La letteratura irlandese (dei miti e dei fantasmi) nella notte di Halloween

Erede, come quasi tutte le  nazioni nordiche, della grande mitologia celtica che al pari della greca è basata su teogonia, imprese eroiche e una propria cosmogonia,  l’Irlanda  ha da sempre una propensione naturale per il genere fiabesco cui si aggiunge, nel secolo XVIII, una ricca produzione di ghost story.

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Il recente approccio con il “Celtic twilight” sintetiticamente riportato qui, mi ha stimolato a cercare un incontro ravvicinato con i personaggi che  animano le fedeli trascrizioni della tradizione orale, compiuta da Yeats .(1) Nel giorno di Halloween, in cui mondo fisico e spirituale si fondono, vado  tra la gente e interrogo con le parole dello scrittore poeta:
“Avete mai visto un folletto o qualcosa di simile?” chiesi a un vecchio nella contea di Sligo. «Per carità, mi seccano continuamente», fu la risposta.
«I pescatori di queste parti sanno qualcosa delle sirene?» chiesi a una donna di un villaggio nella contea di Dublino. «A dire il vero non sono affatto contenti di vederle, – rispose, – perché portano sempre  cattivo tempo». «Ecco un uomo che crede negli spiriti», disse un capitano di marina forestiero indicando un timoniere di mia conoscenza. «In ogni casa laggiù, – disse il timoniere puntando il dito verso il suo nativo villaggio di Rosses, – ce n’è più d’uno»…«Quanti dei ci sono?» chiesi…a un uomo dell’Isola di Innistor. «Ce n’è uno a Innistor; ma sembra che sia…abbastanza grande…”
Sono orgogliosa di conoscere  narratori di storie le più misteriose, Paddy Flynn e Biddy Hart.
“Paddy Flynn, un vecchietto dagli occhi vivaci, vive in un’umida casettacomposta da una stanza nel villaggio di B., «il posto più “nobile” – cioè magico – dell’intera contea di Sligo»,…Tira fuori vecchi racconti su Columkill (3) e su ciò che diceva a sua madre. «Come stai oggi, mamma?» «Peggio!» «Ti auguro distar peggio domani»; e il giorno seguente, «Come stai oggi, mamma?» «Peggio!» «Ti auguro di star peggio domani»; e il seguente, «Come stai oggi, mamma?» «Meglio, ringraziando Iddio». «Ti auguro di star megliodomani». E vi dirà che in tale maniera irrispettosa Columkill insegnava a essere allegri.”
E poi c’è la vecchia Biddy Hart;
“… seduto accanto al fuoco di torba, mangiavo una frittella nella sua casetta sul pendio e le chiedevo dei suoi amici, i folletti, che abitano la verde collina coperta di rovi, lassù, dietro la sua casa. Con quale convinzione credeva alla loro esistenza!” Biddy Hart mi fa conoscere la grande famiglia dei “signori”, l’allegra combriccola  dei folletti.folletti

“I folletti sono di due tipi : i primi allegri e gentili; gli altri cattivi, che arrivano anche a sacrificare una  vita umana ed è a tale scopo che rapiscono i giovani cuccioli  dei mortali.  Se si vuol sapere se un bambino è in potere dei folletti c’è un sistema infallibile: metterlo sul fuoco con una formula riportata da Lady Wilde (4): «Brucia, brucia, brucia, se sei del diavolo, brucia; ma se sei di Dio e dei Santi, sii salvo da ogni male». Allora, se è un’incarnazione dei folletti, scapperà su per il camino con un grido, perché «il fuoco è il nemico più grande di ogni genere di spettro, tanto che quelli che hanno avuto apparizioni cadono in deliquio non appena percepiscono la brillantezza del fuoco. I folletti hanno tre grandi feste all’anno: la Vigilia di Maggio, la Festa di Mezza Estate, e la Vigilia di Novembre. Alla Vigilia di Maggio, ogni sette anni, vanno in giro a combattere un po’ dappertutto per il raccolto, poiché le più belle spighe di grano appartengono a loro. Alla Vigilia di Mezza Estate, quando su ogni collina sono accesi i falò in onore di San Giovanni, il popolo fatato è nel momento di maggior allegrezza  e a volte rapisce belle fanciulle mortali per farne sue spose.   Alla Vigilia di Novembre (5) i folletti sono particolarmente tristi, perché secondo il vecchio calendario gaelico, questa è la prima notte d’inverno.  In questa notte danzano con gli spettri,  le streghe lanciano i loro incantesimi, e le fanciulle imbandiscono una tavola nel nome del diavolo per tenere legato a sé l’innamorato, oppure invocano gli spiriti degli dei mitologici per accoppiarsi con loro e mettere al mondo eroi”…
E’  la notte di Halloween.

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Il mito, cui conduce la parola Halloween, racconta che all’inizio dei secoli, al tramonto del Samhain (notte tra l’ultimo giorno di ottobre e il primo del mese di novembre) le porte del Sidhe (aldilà), si aprivano e strane creature si affacciavano sulle basse colline avvolte dalla bruma; si narra che talvolta assumessero meravigliose forme femminili e si accoppiassero con uomini mortali generando stirpi di eroi.

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E così, in questo ipotetico spazio  che vado esplorando nella notte di Ognissanti, scopro che i folletti sono anime appartenute a uomini troppo buoni per l’inferno e troppo poco per il cielo: intrappolati in una specie di limbo, vi restano finché non hanno portato a termine il compito affidato dalla loro banshee, la fata spirito-guida dell’anima appena uscita dal corpo.   La voglia di conoscere  mi ha spinto ad addentrarmi, proditoriamente, anche nel territorio dei pooka, delle banshee, dei taidhbhse;  un mondo sospeso tra la vita e la morte,  uno spazio indefinito paragonabile forse solo al purgatorio dantesco.  Nella tradizione popolare irlandese che riguarda i morti, si ritiene che l’ anima di certe persone, una volta lasciato il corpo, se non viene presa in consegna da una banshee, diventa proprietà degli spiriti maligni. La “Banshee” (da “ban” [“bean”], donna, e “shee” [“sidhe”], fata) è una fata che accompagna l’anima che sta per lasciare il corpo e fa udire alle famiglie  il suo lamento prima di una morte. Molti l’hanno vista quando si muove  gemendo e battendo le mani. Più di tutte sono in pericolo le anime dei bambini, perciò quando un bambino muore e si sospetta che non ci sia una fata a prendere in consegna la sua anima, i parenti usano cospargere la soglia di casa con sangue di pollo, perché gli spiriti maligni sono contrariati proprio dal sangue.
Sulle montagne solitarie e tra le vecchie rovine è la dimora del Pooka, che appartiene al genere degli incubi. Il Pooka assume molte forme: certe volte è un cavallo, altre un asino o un toro o una capra o ancora un’aquila. Come tutti gli spiriti è solo per metà visibile.  Qualcuno fa derivare il suo nome da “Poc”, caprone, e alcuni intellettuali lo considerano l’antenato del “Puc” shakespeariano.
Una leggenda di incerta origine, vuole che attorno al primo di novembre un mostruoso animale parli a chiunque con voce umana, e dia risposte appropriate a quanti lo consultavano  su ciò che potrebbe capitare  loro fino al novembre dell’anno successivo. La gente è solita lasciare doni e regali vicino alla collina, anche se, ormai il Poka, è stato scacciato da San Patrizio.
In uno stato intermedio, tra questa e l’altra vita vivono i thaidshee, i famosi fantasmi della casa,che se ne vanno in giro spostando oggetti e facendo rumori per attirare l’attenzione su di loro. Sono trattenuti in tale condizione da qualche desiderio o affetto terreno, o da qualche dovere ancora da compiere o da astio contro i vivi. Si crede che più frequentemente diventino fantasmi persecutori quando muoiono all’improvviso.
Entro nel mondo dei fantasmi, delle streghe e dei morti che camminano. 
crom_cruach_by_shume_1Mi capita di incontrare esseri soprannaturali di tutte le forme e dimensioni, provenienti dalle torbiere o dalla dimora del temibile Crom Cruach, dio dalle molteplici forme, propiziatore di buoni raccolti ma che si placa solo con sacrifici di giovani fanciulle, sconfitto anche questo (secondo la leggenda)  da San Patrizio.

Qui regnano, sotto forme mostruose, gli spiriti delle tenebre.

Nella dullahan, regione dell’uomo decapitato la cui apparizione è sempre presagio di morte,  un cavallo nero sormontato da una barca e trainato da cavalli anche loro senza testa  (6), si ferma davanti alla porta di qualche malcapitato destinato a morire quella notte.uomo senza testa [Sembra che in Norvegia si decapitassero i cadaveri per rendere i fantasmi più deboli. In questo modo ebbero forse origine i “dullahan” che poi migrarono in Irlanda; a meno che discendano da quel gigante irlandese  che attraversò a nuoto il canale d’Irlanda tenendo la testa fra i denti].
Intravedo la chiassosa comitiva dei morti viventi: alla vigilia di All Hallows Eve,  i morti recenti prendono sembianze terrene, vanno in giro a gruppi e danzano con le fate.  Altri vanno in cerca di un nuovo corpo da possedere; i contadini si travestono da esseri mostruosi, per confondersi con loro, oppure accendono fuochi per tenerli lontano.  La leggenda di Stingy Jack

Incontro Jack’O’Lantern,  noto baro dai costumi dissoluti, che osò sfidare Satana a scalare  un albero, tra i rami del quale si trovava una grande croce dove il diavolo rimase incastrato. So già che alla sua morte Jack fu salvato dall’inferno per aver battuto il diavolo, ma gli fu precluso il paradiso per la sua vita poco onesta.  Vivrebbe sempre nelle tenebre, se non fosse per un mozzicone ardente rubato all’inferno, che tiene ben conservato nell’incavo di un cavolo rapa (7) e con questo illumina lo spazio a lui circostante.
dolce dell'anima

Mi vengono incontro cristiani di religione cattolica,  da un villaggio formato da puri credenti, che vanno elemosinando un pezzetto di “dolce dell’anima” (8) e più “cakes” riceveranno più l’anima del parente segnalata dal donatore sarà raccomandata a Dio per la sua salvezza (qui, a lato, immagine del “dolce dell’anima”).

Non mi sfugge, in questo vagabondare, la contaminazione col concetto di metemsomatosi, passaggio da un corpo a un altro, come nel caso del contadino che ritrova intatto il suo padrone nel corpo di un coniglio. Ma ciò che più mi sorprende e mi diverte è l’atteggiamento ironico e burlesco di alcuni taidshee, il medesimo che hanno avuto durante la vita terrena: taluni, infatti, sono preoccupati solo di trovare una pinta della forte  birra scura dalla quale rifocillarsi, e sono i più crapuloni e pazzescamente irriverenti come quello che si presenta al “Conciaossa” di Le Fanu. “Tieni a posto la lingua, miserabile” disse il fantasma” Non è alla mia anima che sto pensando…e mi meraviglio della tua impertinenza nel parlare a un gentiluomo della sua anima. E quando vorrò sistemare quella, so da chi devo andare..”
(“Il fantasma e il conciaossa” di Joseph Sheridan Le Fanu)

Altri invece -e sono la maggior parte- feroci e sanguinari, sono intenzionati a non lasciare per i secoli futuri la terra dove sono vissuti e tornano per reclamare assurdi diritti: il misterioso e spettrale Minheer Vanderhausen reclama in sposa la figlia del maestro di Schalken, sempre in un racconto di Le Fanu.

 ST57_LeFanu_w90Mi attardo ad ascoltare – e volentieri – la voce dei vari, tanti taidhshe che infestano castelli, cimiteri, piccole case, lande e misteriose regioni disabitate, navi e chiese, cappelle e fari… ognuno con la sua “versione” del fatto e misfatto che lo ha riguardato durante la vita terrena, spesso con un buon livello di tasso alcoolemico, giacché i fantasmi irlandesi amano la chiacchiera accompagnata da una pinta di Kilkenny! (9) Raccontano, tramandano, insistono e chiedono all’ascoltatore di credere, attraverso la penna di scrittori come Le Fanu, Fitz James O’Brien, Bram Stoker : verità o mistificazioni?

Lì, in Irlanda, chi non crede ai folletti, ai fantasmi,  alle fate, ai demoni, alle streghe e ai gatti neri, non può entrare nella notte di Halloween, durante la quale il velo che separa la vita dalla morte è il più sottile che si possa immaginare: tanto che solo in questo breve lasso di tempo, che è la parte più oscura dell’anno, gli spiriti intrappolati riescono a rompere il velo e tornare nel mondo terreno; e i vivi per una sera riescono a penetrare l’aldilà.

E’ l’Irlanda delle leggende, l’Irlanda dell’immaginario senza confini, l’Irlanda delle tradizioni dure a morire:  coacervo di magia, mistero, affabulazione, in un misto di profondamente religioso e squisitamente superstizioso:  vero realismo magico oserei dire.

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NOTE

 1)Celtic Twilight, Il Crepuscolo Celtico fu la prima opera in prosa di Yeats. Nel  1882  apparve la prima parte intitolata Village ghosts, probabilmente ispirato ai racconti degli abitanti della scogliera dove aveva vissuto da adolescente).
(2) Otto racconti per otto tipi di fantasmi : 1) Teig O’ Kan e il cadavere-2)Il suonatore di cornamusa-3)Il funerale di Flory Cantillon-4)Una abitante della contea di Queens- 5)Le donne cornute-6)La sorte di Frank M’Kenna-7)Il mulino del diavolo-8) L’anima del prete.
3) Columkill o Columcill, monaco irlandese che salvò i manoscritti miniati del primo medioevo: amava. più della sua terra natia, i libri, tanto da rischiare anche la vita per loro.
(4) Lady (Jane) Wilde: madre di Oscar Wilde, autrice di un volume intitolato ” Fiabe e leggende d’Irlanda. Fate, folletti e incantesimi”.
(5) Sui riti pagani dell’alternasi dell’estate all’inverno, si sovrapposero nuovi riti cristiani. Il giorno di Halloween, fu sostituito dalla festività cristiana di Ognissanti che si celebra il primo novembre, e fu voluta dal papa Gregorio Magno nel 835. Nonostante ciò, ormai in tutti i paesi del mondo,  la festa di Halloween è rimasta,  legata al mistero, alla magia, al mondo delle streghe e degli spiriti.
(6)Al pari della cosmogonia greca e romana, potrebbe essere lo psicopompo che trasportava le anime dei morti nell’aldilà.
(7) La zucca, più resistente, prese negli anni il posto del cavolo-rapa
(8) Potrebbe essere scaturita da qui la celebre interrogazione “dolcetto o scherzetto?
(9)
Una delle più famose birre irlandesi